Italians do it better
“Italians do it better”: un claim che parla di eccellenza e passione. Nessun prodotto incarna meglio questo spirito quanto l’olio extravergine di oliva italiano, risultato di millenaria tradizione, biodiversità unica e processi produttivi che coniugano innovazione e sostenibilità.
Territori e biodiversità
L’Italia vanta oltre 600 cultivar autoctone, diffuse in regioni diverse come Toscana, Puglia e Sicilia. Ogni microclima e tipologia di suolo dona all’olio sfumature aromatiche uniche, dal fruttato verde erbaceo al dolce armonico di mandorla.
Tecniche di produzione d’eccellenza
- Raccolta precoce (“early harvest”): mira a massimizzare polifenoli e antiossidanti, elementi chiave per salute e sapore.
- Trasporto rapido in frantoio: la spremitura a freddo entro 24 ore preserva aromi e integrità nutrizionali.
- Filtrazione e stoccaggio: il passaggio in acciaio inox o vetro e la filtrazione garantiscono stabilità ossidativa e limpidezza.
Queste pratiche riducono al minimo il rischio di ossidazione e contaminazione, assicurando un prodotto fresco e potente.
Sostenibilità agronomica
L’inerbimento spontaneo e la non lavorazione del terreno migliorano la fertilità naturale, proteggono la biodiversità e riducono l’erosione. Molti oliveti biologici italiani adottano coperture vegetali permanenti, valorizzando l’ecosistema locale.
Analisi chimiche e organolettiche: trasparenza per il consumatore
La trasparenza in etichetta dev’essere la norma. Ogni produttore serio pubblica i valori di:
- acido oleico
- indice di perossidi
- K₍₂₇₀₎
- contenuto di polifenoli
Imparare a leggere questi dati offre uno strumento indipendente per confrontare e valutare la qualità di ogni lotto.
Certificazioni e premi internazionali
- DOP/IGP e biologico: disciplinari rigorosi garantiscono origine e metodo.
- NYIOOC World Olive Oil Competition 2025: l’Italia conferma la sua leadership con 200 premi (163 Gold e 37 Silver) su 259 campioni presentati, per un tasso di successo del 77 % .
- Confronto con altri Paesi: Croazia 125 premi (87 % di successo), Grecia 96 premi (66 %), Spagna 93 premi (73 %) .
Percezione internazionale
Uno studio di OlivoNews rivela che l’olio italiano è considerato “migliore” da:
- 58 % dei consumatori USA
- 53 % dei consumatori giapponesi
- 43 % dei consumatori tedeschi
Il “Made in Italy” gioca un ruolo cruciale, ma è la combinazione di terroir, metodo e marketing trasparente a consolidarne la reputazione.
È davvero il migliore al mondo?
Evidenze a favore
- Leadership assoluta in concorsi come NYIOOC, BIOL e TerraOlivo.
- Profili sensoriali diversificati, adatti a ogni pietanza, dall’antipasto al dolce.
- Elevati livelli di polifenoli e antiossidanti.
Criticità da monitorare
- Solo il 30 % dell’olio imbottigliato in Italia è al 100 % italiano, a causa di blend e importazioni di materia prima .
- Crescente concorrenza da Portogallo (32 premi NYIOOC 2025 ), Croazia, USA e Spagna.
- Frodi e blending non dichiarati sottolineano l’importanza di etichette trasparenti e controlli severi.
Il ruolo dei ristoratori
Per valorizzare davvero l’EVO italiano, i ristoratori devono:
- Proporre bottiglie “closed pour” con tappi antirabbocco, in formati ridotti (100–250 ml);
- Introdurre la oils charter, analogamente a quella dei vini, per educare il cliente e mettere in luce metodi di produzione, cultivar e abbinamenti.
Queste azioni garantiscono freschezza, evitano ossidazione e fraudolenza, e incrementano la percezione di qualità.
L’Italia mantiene il primato mondiale nell’extravergine di oliva grazie a tradizione, biodiversità e cura di filiera. Tuttavia, per sostenere questo vantaggio occorrono trasparenza totale, educazione continua di consumatori e ristoratori, e pratiche agronomiche sempre più sostenibili. Solo così gli “Italians do it better” continueranno a far la differenza.
Fonti
- Best Olive Oils 2025 – Statistiche Paese, Official Guide to the World’s Best Olive Oils
- “Here’s what foreign consumers look for in Italian olive oil”, l’OlivoNews
- NYIOOC World Olive Oil Competition – Official Site
- “Portugal wins 32 awards at 2025 NYIOOC”, Portuguese-American Journal








